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10 consigli per combattere ansia e paura da #coronavirus

23 Marzo 2020
Pubblicato in Etnopsichiatria

Questo articolo raccoglie 10 consigli per combattere ansia e paura da coronavirus ed è ovviamente orientato rispetto alla quarantena che stiamo vivendo dal mese di Marzo 2020 ed è nato come sunto di una diretta facebook propostami da CAT - Codici di Avviamento Territoriale. La diretta facebook la trovate cliccando QUI con i relativi commenti e le domande poste dal pubblico. Il video è stato inoltre postato su youtube e lo troverete in fondo all'articolo oppure cliccando QUI.

Cercherò di non proporvi banalità un po' mielose: è ovviamente una situazione mai vissuta prima e non esiste una formuletta magica che possa far passare d'incanto tutte le criticità che incontreremo durante questa nostra quarantena.
Tuttavia siamo in una pagina di storia... Come vogliamo che sia letta in futuro?

Per prima cosa cliccando QUI e QUI troverete alcuni miei contributi precedenti sull'ansia e sul panico.

Siamo pronti allora per cominciare subito con 10 consigli per combattere ansia e paura da #coronavirus!

  1. Siate padroni del vostro tempo
    Non rimanere in pigiama e variare il proprio vestiario scegliendolo di volta in volta: questi momenti di emergenza o quarantena sono comunque vita... E noi la vita ce la teniamo ben stretta in ogni sua forma!
    Immaginate una lista di cose che vi piacerebbe fare e, davvero, calendarizzatele dandole priorità.
    Stabilite dei turni di "solitudine" all'interno della convivenza forzata magari anche alternandosi nella cura dei piccoli.
  2. Siate padroni del vostro spazio
    Vivete TUTTI gli spazi della vostra casa, i balconi, le terrazze... Quel divano su cui non avete mai il tempo di accomodarvi... Quel giardino o quelle piante in balcone che hanno bisogno delle vostre cure...
  3. Recuperiamo i rapporti sociali
    Questo è il momento per sentire quegli amici che non sentite da tempo o un familiare per cui non avete trovato il tempo mai. WhatsApp è uno strumento potente per questo... Meno per altre cose di cui parleremo in seguito.
  4. Curiamo il nostro benessere
    Chi ha la possibilità di fare esercizi in casa li faccia: è un ottimo modo per contrastare l'ansia ed importante anche che vi spieghi perché… L'ansia è il nome che diamo ad una conformazione neurofisiologica che assume il nostro corpo in un determinato momento: polmoni, respirazione, battito cardiaco, apparato muscolo-scheletrico, afflusso di ossigeno e sangue in particolari zone del nostro organismo. Tutto questo (e tanto altro), come dimostra una spledida ricerca che potete visionare cliccando QUIconfigurano ciò che noi chiamiamo ANSIA. Lo stesso vale per tutte le altre "emozioni". L'esercizio fisico "rompe" questo schema riportando fluidità in una situazione cristallizzata.
    Facciamoci la barba o teniamo in ordine i capelli: se siamo trasandati percepiremo trasandatezza attorno a noi considerando che con le nostre emozioni noi applichiamo una lente con cui guardiamo il mondo.
  5. Curiamo l'alimentazione
    Con ritmi più blandi e più tempo per noi abbiamo la possibilità di cucinare e questo ci dà due vantaggi: mangiare più sano e utilizzare del tempo per fare un'attività manuale a nostro vantaggio. Inoltre questo ci da la possibilità di interagire con i nostri figli più piccoli che possono osservare, impastare, assaggiare e comprendere che a volte con il tempo escono cose buone. Insomma non comprate pane o focacce o dolci... Realizzateli voi, magari provando ricette trovate sul web o da quel vecchio libro tramandato da generazioni... È un modo ottimo per utilizzare il tempo e si risparmia anche qualcosa.
  6. Nutriamo la mente
    Leggere, approfondire, seguire corsi on line, prendere appunti, disegnare, suonare...Tutto quello che abbiamo messo da parte per mancanza di tempo ora trova il suo spazio! L'associazione CAT - Codici di Avviamento Territoriale che opera nella zona del Salento ha redatto una lista di risorse digitali on-line e gratuite...basta cliccare QUI.
  7. Avviciniamo le generazioni
    Scopriamo cosa fanno gli altri della nostra famiglia: come passano il tempo gli adolescenti, cosa sono quelle app e quelle chat che usano? Le possibilità dei dispositivi che abbiamo sono molteplici: PC, tablet, smartphone sono piccole stazioni multimediali potenti e facilmente usabili. Questo periodo di emergenza ha scatenato una vera e propria gara di solidarietà con prezzi di abbonamento ridotti a librerie digitali, store multimediali, abbonamenti per quotidiani o seminari on-line; così come siti di musei con la possibilità di visite virtuali gratuite. Nel mettere in programma queste attività, quello che stiamo rafforzando è la nostra identità... La nostra cultura e il nostro spirito curioso... Le cosiddette soft skills che sapranno tornarci utili nel momento del ritorno alla "normalità".
  8. Limitare e SELEZIONARE le notizie
    Non passate la giornata a seguire le notizie del coronavirus. Va bene seguire le notizie su cosa sta succedendo, ma scegliete un tempo limitato da dedicare a questo.. ad esempio mezz'ora o un'ora al giorno scegliendo canali affidabili d'informazione. WhatsApp è il canale meno adatto per reperire informazioni perchè non consente di risalire alla fonte e troppo spesso la condivisione di un messaggio è avvenuta senza che ci sia stato un filtro. L'articolo che potete leggere QUI vi descrive bene questo tipo di problematica nel conflittuale rapporto tra le "notizie" e i social.
  9. Creare piccoli EVENTI quotidiani
    Trasformate in un evento ogni cosa NUOVA che fate in questi giorni: immortalatela con una foto, con una frase sul vostro diario, raccontatela ad amici e parenti, fatene un video...
  10. Non vi allarmate dei segnali che il vostro corpo lancerà
    L'ansia e gli attacchi di panico potrebbero essere alcuni di questi segnali che il vostro corpo lancerà...Non vi allarmate! Bisogna tenerne conto ma NON averne paura perchè sono fisiologici in questo momento. Sono estreme risposte di difesa davanti ad una minaccia percepita.
    Cosa potete fare:
    - concentrarvi su pochi e precisi stimoli familiari
    - respirazione
    - ricordarsi che anche con una forte tachicardia dovuta ad un attacco di panico NON SI MUORE! Il corpo sta facendo il suo lavoro anche se per noi è faticoso.

Devo ammettere che sia dalla diretta facebook da me immaginata che dalle domande degli ascoltatori non è emersa una tematica molto importante che forse vale la pena approfondire qui: le conseguenze per bambini e bambine in questa "quarantena". Per prima cosa bisogna ricordare che L’Organizzazione Mondiale della Sanità in tempi di Coronavirus consiglia precisamente questo: mezz’ora d’attività fisica al giorno per gli adulti e un’ora per i bambini, passeggiate e giri in bicicletta a distanza di sicurezza. Sono indicazioni precise praticamente "scomparse" dall'agenda politica dell'emergenza e dai vari, ormai famosi, DPCM del governo che nel mese di Marzo 2020 hanno, letteralmente, scandito le nostre vite. 

Rispetto ad una situazione mai vissuta prima è ovvio che il confine tra "abnegazione" nel rispetto delle regole e "contrizione" delle proprie libertà personali (e il conseguente diritto dei più piccoli) non sia ben demarcato e il pendolo delle priorità oscilli paurosamente: è più importante preservare il benessere psico-fisico o il rispetto stringente dell'isolamento o del distanziamento sociale? La risposta a questa domanda non è né semplice né immediata e a me fa venire in mente il filosofico conflitto tra Antigone e Creonte:

"Non pensavo che i tuoi editti avessero tanta forza, che un mortale potesse trasgredire le leggi non scritte ed incrollabili degli dei. Infatti, queste non sono di oggi o di ieri, ma sempre vivono, e nessuno sa da quando apparvero".

La misura, il compromesso, la prudenza nel rapporto con una legislazione d'emergenza non possono essere misurabili o regolamentate per decreto e quanto far oscillare il pendolo tra le indicazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, inerenti il benessere psicologico dei piccoli cuccioli di sapiens e le misure governative atte ad arginare il Covid-19 non può che spettare ai componenti del nucleo familiare, scegliendo, di volta in volta quanto e in che verso far oscillare tale pendolo senza facili allarmismi, isterie o complottismi di ogni risma. Lo stesso concetto di "quarantena" è altamente discusso (non si discute sul COSA ma sul COME) in ambito scientifico e su questo vi propongo il contributo che troverete QUI.

Vale la pena concludere con le parole di un interessante articolo che troverete cliccando QUI:

"Quel che stanno provando ora, all’inizio della loro vita, li accompagnerà per gli anni a venire. Ci guardano e ci osservano, dipendono da noi e dalle nostre scelte.
Noi forse, ancora così spiazzati – che abbiamo difficoltà ad accettare quel che accade, che tutto ci sembra sempre così surreale, la parola più usata sul web, «surreale» – ecco noi, forse, oggi, possiamo imparare qualcosa da loro. Quello che ci sta accadendo è più che reale e concreto e dobbiamo trovare delle soluzioni. Al più presto, e insieme a loro. Chiediamogli di scrivere e di raccontarci. Di aiutarci a capire, forse sono loro quelli più lucidi, ora."

 

Un ultimo accenno, credo, va fatto su tutto quello che ci sta mancando ora: in futuro dovremo imparare a difenderlo con le unghie e con i denti. Faccio riferimento in particolare agli spazi pubblici e vi propongo lo stralcio di un articolo che troverete cliccando QUI:


"In questa pagina di storia stiamo sperimentando un momento in cui dalla nostra vita scompaiono gli spazi collettivi. Forse dovremo ricordarcene quando ritorneremo alla cosiddetta normalità. Il modello urbano pre-Corona non è poi così diverso da quello di queste ore. L’arena politica e sociale è ridotta all’osso ora come allora, lo spazio pubblico marginale. La differenza è che oggi non ci sono happy hours e movida a mascherare questo dato di fatto. La quarantena da Coronavirus ha svelato la vera natura di questo problema. I numerosi eventi, i centri commerciali aperti nei fine settimana, le zone pedonalizzate e i tavolini dei bar ci hanno distolto dal riconoscere un dato cruciale: l’unica posizione che possiamo assumere nello spazio urbano è quella del consumatore o del produttore."

CONCORDO pienamente con chi dice che "... per non essere sopraffatti da questo evento, questo evento deve produrre un senso per le nostre vite". Dobbiamo dare a questo tempo la possibilità di operare un cambiamento nelle nostre vite e concordo con chi tra voi e tra noi, in questa nostra comunità, ha appeso allegri arcobaleni disegnati dai propri figli con lo slogan che "andrà tutto bene". Ci saranno cambiamenti, stiamo già cambiando, siamo già cambiati... Se riusciremo a incanalare questo cambiamento verso cose belle, allora si... Andrà tutto bene.

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